Internet (In) Dipendenti

"Progetto Internet (in) Dipendenti"



Usare in modo consapevole internet le nuove tecnologie per sfruttarne al massimo le potenzialità

Internet è diventato in pochi anni una parte irrinunciabile delle nostre vite: controlliamo continuamente se sono arrivate notifiche o nuove comunicazioni, appena abbiamo un attimo libero da cose da fare immediatamente volgiamo lo sguardo allo schermo, per molte persone l’idea di spegnere il telefono, anche solo la notte, genera ansia.
È cambiato non solo il nostro modo di lavorare, spostarci, conoscere, giocare, stare in relazione ma anche la gestione delle nostre emozioni. Siamo molto più ansiosi, sempre meno disposti ad accettare i tempi di una risposta; sempre meno disposti a “fidarci” e tendiamo a controllare gli altri molto più di quanto avremmo fatto solo un paio di decenni fa. Tutto questo non è accaduto in modo casuale. Siamo stati naturalmente attratti da applicazioni e servizi gratuiti, facilmente utilizzabili e che ci hanno fatto dimenticare il fatto che sono offerti da aziende che in qualche modo devono realizzare profitti.
I social network, i giochi online, i canali video, i sistemi di messaggistica sono costruiti secondo regole ben precise che prevedono una sola cosa: “attirare la nostra attenzione”.



molti dei servizi che utilizziamo online hanno un solo obiettivo:
"attirare la nostra attenzione"

In che modo ottenere la nostra attenzione porta profitti alle aziende del web? Quali possono essere gli effetti di questo meccanismo?
Avere la nostra attenzione aumenta la probabilità che noi passeremo più tempo su quella pagina, quel servizio o quel video. Aumentare il tempo potrebbe portarci a vedere più pubblicità ma anche, e sicuramente, a fornire preziosi dati sulle nostre preferenze, le nostre reazioni ai contenuti, i nostri legami, la nostra posizione e così via. La cosa incredibile è che nella gran parte dei casi non siamo minimamente consapevoli del fatto che soffermarci un attimo in più su un post rispetto ad un altro sta segnalando qualcosa a un sistema di reti neurali che secondo dopo secondo raccoglie ed elabora informazioni su di noi. Con questi nostri dati si possono poi fare molte cose profittevoli: venderli, utilizzarli per targhettizzare dei prodotti, dei servizi o dei messaggi di grande importanza sociale o politica. Si può capire quali sono le nostre emozioni in quel momento, cosa facciamo quando siamo tristi o allegri. Il discorso sarebbe molto interessante da approfondire ma, in questo contesto, approfondiremo un “inevitabile effetto collaterale” di questo meccanismo: il rischio di dipendenza da Internet.



Le dipendenze da internet:


Se la nostra attenzione è importante per le aziende allora le tecniche per attrarla saranno sempre più sofisticate e noi saremo sempre più a rischio di essere attratti più o meno consapevolmente. il discorso si potrebbe riassumere grosso modo così:

ricerca di guadagno » necessità di attrarre utenti » migliori strategie per attrarre » effetti??

E' evidente che aumentare l'intensità (o la velocità) dello stimolo ha avuto un effetto diretto sui collegamenti neurali all'interno del nostro cervello ( per chi vuole approfondire in coda all'articolo può trovare alcuni riferimenti) che in qualche modo si abitua a quel livello di intensità. Questo si traduce nel fatto che per avere la nostra attenzione l'intensità dello stimolo dovrà essere sempre maggiore.
Vediamo come questo accade con alcuni esempi:
Fino a qualche anno fa le persone che perdevano il sonno per seguire le serie tv non erano molte. Netflix ha però introdotto un nuovo modo di vivere le serie televisive: appena finisce un video ne parte subito un altro. Il sistema ha funzionato così bene che a breve distanza è stato applicato da Facebook e da You Tube. L'effetto è che oggi le persone che perdono il sonno attirate dalla possibilità di "vedere cosa succede" sono molte più di un tempo.
La nostra attenzione è poi attirata anche dalla velocità dei video. Provate a vedere un film anni 70 vi sembrerà lentissimo, spesso noiso. Provate invece a dedicare qualche minuto a vedere i video che attirano molti ragazzi e che talvolta ne riempono i loro pomeriggi: velocissimi, pochi minuti al massimo, ricchi di contenuti estremamente attivanti non necessariamente sensati. Concludiamo con un esempio relativo ai videogiochi. La grafica, l'accessibilità ovunque e in qualunque momento, ma soprattutto il modo in cui spesso sono costruiti e strutturati ricorda addirittura il funzionamento delle slot machines (per chi vuole approfondire: il sottile limite tra dipendenza da gioco d’azzardo e dipendenza da giochi per smarphone).

Voglio sottolineare che non ho una visione negativa su Internet e le nuove tecnologie. Sono anzi storicamente un appassionato che ha sempre visto nello sviluppo tecnologico nuove opportunità a favore di una vita migliore.
Sono anche estremamente convinto del fatto che quello che consideriamo nuove tecnologie nel momento in cui sto scrivendo, tra solo un paio d'anni potrebbe essere completamente dimenticato a favore di qualche cosa di ancora più efficace, migliorativo e attrattivo. Come possiamo mettere insieme un'evoluzione tecnologica che sempre più ci agevolerà nelle operazioni quotidiane ma che allo stesso tempo, per ragioni di mercato, cercherà di ingannarci in modi sempre più raffinati e potenti?


usiamo Internet e le nuove tecnologie ma
"non facciamoci usare!"

Innanzi tutto dobbiamo distinguere tra le applicazioni e i servizi utili e quelle che usiamo per altre ragioni. Nulla quindi contro fotocamera, sveglia (anche se qualcuno non sarebbe d'accordo perchè il fatto stesso di avere la sveglia sul telefono ci costringe a guardare il telefono come primo gesto della mattina creando così un legame con lo smarphone), calcolatrici, agende, rubriche, banche dati, servizi autorevoli di informazioni, mail, sistemi di messaggistica ( dipende da come si usano), e bene anche per i giochini (usati per un tempo ragionevole). Ci aiutano a gestire meglio i nostri tempi le nostre attività, a informarci, a rilassarci un po'.
Anche nulla contro i Social Network ma non sono d'accordo con chi pensa che non se ne possa fare a meno o che i ragazzi debbano per forza essere su un social perchè altrimenti sarebbero esclusi.
E' tutta una questione di misure e di quanto abbiamo il controllo di quello che facciamo. Se siamo su Internet per promuovere un nostro pensiero, un progetto o una nostra attività è un conto; molto diversa è invece la situazione se la nostra presenza su internet è per combattere la solitudine, l'ansia, la tristezza, la noia, per controllare cosa fanno gli altri e così via.
Vorrei concludere queste riflessioni con un suggerimento: quando siamo connessi, qualunque sia l'attività che stiamo facendo poniamoci sempre due domande:


perchè sto usando questo servizio?
cosa ci guadagno?

senza dimenticarci di porci altre due domande altrettanto importanti:


chi mi sta offrendo questo servizio?
cosa ci guadagna?

Nel momento in cui ci siamo posti queste domande e abbiamo chiare le risposte possiamo realmente dire di utilizzare Internet in modo consapevole. Questa riflessione ci consente anche di prendere una posizione sul tempo opportuno da dedicare a quella specifica attività e anche quale nostro dato personale siamo disposti a condividere con quell'azienda.




PER ULTERIORI APPROFONDIMENTI:

LIBRI
Bilton, N. (2011). Io vivo nel futuro. Torino: Codice.
Carr, N. (2010). Internet ci rende stupidi? Come la rete sta cambiando il nostro cervello. Milano: Raffaello Cortina Editore.
Galloway, S. (2018). The four - I padroni. Il DNA segreto di Amazon, Apple, Facebook e Google. Milano: Hoepli Editore.
Siegel, D. (2013). La mente relazionale. Milano: Raffaello Cortina Editore.
Tonioni, F. (2013). Psicopatologia web-mediata. Milano: Springer.
Wallace, P. (2017). La psicologia di internet. Milano: Raffaello Cortina Editore

ARTICOLI
Suler, J. (2004). The Online Disinhibition Effect. CyberPsychology & Behavior , Vol.7 n. 3.

SITI/VIDEO




a cura del dott. Eddy Chiapasco
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